Invecchiamento della popolazione e caro badanti: mettiamo al riparo i nostri risparmi per il futuro

La popolazione italiana invecchia più rapidamente rispetto al resto d’Europa. Il calo delle nascite e l’aumento dell’aspettativa di vita contribuiscono ad un progressivo aumento dell’invecchiamento della popolazione, con preoccupanti conseguenze in ambito di assistenza sociale e sanitaria. In Italia gli over 65 sono 14 milioni e le persone non autosufficienti – che presentano limitazioni nello svolgimento delle abituali attività giornaliere – sono circa 3 milioni. Si tratta di numeri in forte crescita e che impongono nuove riflessioni, anche in materia assicurativa.

L’inflazione – che a gennaio 2023 ha registrato un tasso di crescita tra i più alti mai raggiunti – e l’incremento dei costi delle materie prime – a causa del conflitto in Ucraina – hanno prodotto nuovi rincari per le famiglie italiane. Alla diminuzione del potere di acquisto, si aggiungono nuove spese, tra le quali, gli aumenti degli stipendi dei collaboratori domestici. Da gennaio – infatti – gli stipendi delle badanti hanno raggiunto un incremento del 9,2% rispetto all’anno precedente: tale aumento ha prodotto un impatto notevole sui costi a carico delle famiglie italiane, soprattutto per il personale assunto a tempo pieno e in convivenza. Le spese per la gestione di persone anziane e non autosufficienti sono conseguentemente diventate insostenibili per sei famiglie su dieci.

La rilevazione è stata realizzata dal Censis (tra dicembre 2022 e gennaio 2023) e riguarda i risultati prodotti da un’indagine statistica basata sull’impatto dell’economia nazionale sulle famiglie associate ad Assindatcolf (Associazione nazionale dei datori di lavoro domestico). 

A preoccupare le famiglie italiane è il crescente bisogno di assistenza dei propri familiari a carico, e il rischio di un progressivo calo nella disponibilità futura di risorse interne, con i risparmi messi già a dura prova – nel corso degli anni – per mantenere gli standard di assistenza necessari.

Per questi motivi otto famiglie su dieci – appartenenti al campione di indagine -, chiedono l’istituzione di un assegno universale dedicato alla non autosufficienza e, in generale, lo stanziamento di nuovi incentivi per le assunzioni di badanti. I costi relativi la sfera socio-assistenziale non riguardano solo il caro badanti ma sono diversi: dall’assistenza domiciliare alle rette per le strutture residenziali, dalle attività di caregiver alle spese di natura socio-assistenziale. L’ammontare di tali spese – secondo le stime di Ivass (Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni) nell’anno 2021 -, è stato di circa 23 miliardi.

Per questi motivi si ragiona sul ruolo che il settore assicurativo possa svolgere a fronte delle nuove esigenze di assistenza sanitaria e rispetto al cambiamento delle abitudini della popolazione anche in termini di scelte di tipo previdenziale e precauzionale. A tale proposito, è importante migliorare la conoscenza dei prodotti e dei servizi assicurativi e del loro impiego nella gestione di diverse tipologie di rischio. In particolare si rende necessaria una maggiore conoscenza delle formule previdenziali rivolte all’assistenza ai più fragili e alla salute, con particolare attenzione all’eventualità che si verifichi una perdita – totale o parziale – della propria autosufficienza. 

Mettiamo al riparo i nostri risparmi per il futuro. 

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